IL CACCIA STELLARE ALA-X
(X-WING)

di Andrea Bonazzi

X formazione.jpg (20532 byte)

Il modello T-65 Ala-X progettato dalla Incom rappresenta la punta di diamante dei caccia stellari nel periodo del conflitto tra l’Alleanza Ribelle e l’Impero. Per l’elevata velocità unita alla potenza di fuoco e ai sofisticati sistemi di combattimento e di volo, che gli consentono il balzo iperspaziale, l’Ala-X, così chiamato per la posizione divaricata assunta dagli alettoni in fase di attacco, è considerato uno dei migliori velivoli spaziali del suo tempo.
L’Ala-X fu l’ultimo caccia stellare sviluppato dalla Incom Corporation, prima che l’Impero imponesse alla compagnia l’esclusiva produzione di dotazioni e astronavi per la propria Marina. Sospettati di simpatie per la ribellione, molti membri dello staff di progettazione furono rimossi dall’incarico e inquisiti da agenti del DSI, Dipartimento di Sicurezza Imperiale. Poche settimane più tardi, con una clamorosa ma poco nota operazione di salvataggio, un commando di ribelli riuscì a far fuggire l’intero staff tecnico responsabile dell’Ala-X. Con l’aiuto dei collaudatori e degli ingegneri della squadra di progetto furono portati via tutti i prototipi esistenti del caccia, e persino i piani di produzione vennero messi in salvo. Ogni altra informazione sul progetto venne accuratamente distrutta, per questo motivo l’Alleanza Ribelle fu la sola a produrre e utilizzare il modello.
La produzione degli Ala-X richiese notevoli sforzi, sia per la reperibilità di materiali, rare leghe, componenti sofisticati e avanzati sistemi di controllo, sia per l’impianto degli apparati industriali necessari alla fabbricazione delle parti indispensabili, il tutto ripartendo praticamente da zero. Nonostante l’ingegno e la dedizione di tecnici e scienziati, il numero di esemplari in servizio rimase quindi piuttosto limitato.
Con un esiguo numero di Ala-X a disposizione, il loro utilizzo era continuato e la sola pausa tra una missione e l’altra si limitava al rifornimento, alla revisione e ad eventuali riparazioni. Un impiego così intenso li rendeva ovviamente soggetti a un grande logorio.
Lunghi 12,5 metri, con sette giorni standard di autonomia, i T-65 hanno una velocità atmosferica che raggiunge i 1.050 Km/h e a differenza dei caccia TIE, loro classiche controparti, possono avvalersi dell’astronavigazione iperspaziale. I modelli più tardi presentano modifiche progettuali per quanto concerne la pur notevole velocità subspaziale, in continua competizione coi rapidissimi TIE imperiali, e a conferimento di una maggiore semplicità di gestione, manutenzione e riparazione. I pannelli corazzati esterni permettono l’accesso diretto ai motori spaziali, all’iperguida e a diversi altri sistemi, mentre molti componenti fondamentali sono inglobati in moduli facilmente smontabili e sostituibili dal personale tecnico.
La grande efficacia d’azione degli Ala-X si deve in buona parte all’abilità dei loro piloti, selezionati fra i più abili e motivati dell’Alleanza. Alloggiato in un abitacolo ristretto ma piuttosto comodo, adatto alla lunga autonomia del caccia e comprendente l’apparato di sostentamento e il seggiolino eiettabile, il pilota controlla il complesso dei sistemi grazie a un potente computer di volo e con l’ausilio di un droide astromeccanico. Il sistema di pilotaggio appare alquanto simile a quello dei più diffusi airspeeder civili atmosferici a repulsione, il che lo rende d’uso familiare alla maggior parte dei ribelli.

X formazione retro II.jpg (16383 byte)

Quattro cannoni laser a canna lunga puntati in direzione di volo rappresentano l’armamento principale, integrato da due lanciasiluri protonici più adatti a bersagli con limitata velocità di movimento. Gli scudi deflettori possono essere orientati verso l’arco frontale o quello posteriore, per ottenerne la massima copertura. Un generatore ausiliario di energia assicura l’alimentazione a supporto vitale, radio subspaziale, armamento e scudi, anche nel caso che i motori risultino completamente inutilizzabili. Circuiti schermati collegano e controllano la maggior parte dei sistemi, mentre circuiti di riserva garantiscono la protezione dei componenti indispensabili. Sensori sofisticati e un apparato di comunicazione a lungo raggio consentono all’Ala-X di agire autonomamente anche su notevoli distanze.
I quattro propulsori separati contribuiscono a una maggiore manovrabilità, mentre le innovative coppie di alettoni, o "ali", consentono al T-65 prestazioni ottimali nel volo atmosferico, e assumendo in fase di combattimento la caratteristica posizione a "X" garantiscono una migliore copertura di fuoco. In entrambe le configurazioni di volo, il profilo frontale e posteriore del caccia presenta al nemico un bersaglio piuttosto ridotto.

X in canalone.jpg (13598 byte)

Sebbene i potenti motori dell’Ala-X comprendano i moduli d’iperguida MKI della Incom per effettuare il balzo nell’iperspazio, l’astronave non è tuttavia munita di un computer per l’astronavigazione: a questo supplisce la presenza del droide astromeccanico, cui si affidano i dati di navigazione e le rotte interstellari. L’uso di un’unità droide intercambiabile, in luogo del navicomputer comunemente in dotazione alle astronavi, rende il caccia assai più economico e versatile. Una volta alloggiato nel pozzetto posto dietro la cabina del pilota, dotato di un meccanismo d’espulsione sincronizzato con il suo stesso sedile, il droide diviene in pratica parte integrante della nave, collegandosi e interagendo con i suoi sistemi. La reputazione di resistenza guadagnatasi dal T-65 è largamente dovuta alla possibilità dell’unità droide di reindirizzare collegamenti danneggiati e circuiti di controllo, e di intervenire direttamente con piccole riparazioni in volo. Le funzioni del droide astromeccanico si estendono sino ad intervenire in fase di pilotaggio, fungendo limitatamente da pilota automatico, o supplendo in fase di manovra d’emergenza all’infermità di un pilota ferito. Il rapporto con i piloti si rende spesso così intenso e "personalizzato", nel corso delle più rischiose missioni, che molti di essi finiscono per rifiutarsi di volare con altri droidi.
Come altri caccia stellari gli Ala-X sono stati sottoposti a costanti miglioramenti e modifiche, talvolta su scala locale riadattandone l’uso alle condizioni operative o ai ricambi a disposizione. La sua versione più evoluta è l’Incom T-65C-A2, di cui esistono però solo pochissimi esemplari. Più diffuso resta il T-65B, uno dei primi modelli standard di cui diamo a seguito alcuni schemi tecnici, con breve descrizione dei principali componenti.

X-WING SCHEMA 465 PIXEL.jpg (92119 byte)

COMPONENTI DEL CACCIA "ALA-X" T-65B INCOM

OGIVA. Il rivestimento dell’ogiva è in speciali leghe temprate e antitermiche, resistenti sia ai danni da collisione con micrometeoriti o piccoli corpi che al surriscaldamento dell’impatto atmosferico. L’ogiva si apre ruotando verso l’alto su montanti, per permettere l’accesso ai sistemi sensori principali.

FINESTRA DEI SENSORI. Sebbene progettata per non ostacolare l’azione dei sensori, l’ogiva può talvolta interferire con la ricezione dei segnali sensori in modalità passiva, sempre attivata. Questa finestra, in materiale trasparente alle emissioni di energia, permette il loro pieno funzionamento e viene protetta da un pannello metallico durante il volo atmosferico.

SISTEMI SENSORI PRINCIPALI. Un impianto di ricetrasmettitori Carbanti riceve ogni dato rilevato. I principali componenti di rilevamento comprendono un ricetrasmettitore Fabritech ANs-5d "Lock Cracker" funzionante sull’intero spettro di sequenze, un ricevitore di energia dedicato Melihat "Multi Imager" e un ricettore fotoelettrico Tana Ire che amplifica le capacità di tracciamento su terreni a bassa morfologia. Un circuito multiplexer schermato trasmette i dati al computer sensori.

COMPUTER SENSORI. Benché non altrettanto versatile rispetto ad altri dispositivi sensori, il sistema Fabritech ANq 3.6 è piuttosto affidabile e robusto. Il computer, coadiuvato dal droide astromeccanico, analizza e interpreta tutti i dati provenienti dai sensori, fornendo al pilota un’immagine composita a colori tramite il display olografico dell’abitacolo. Il pilota può scegliere tra le consuete modalità operative:

Mod. Passiva: i sensori si limitano a raccogliere dati provenienti dalle immediate vicinanze, senza inviare emissioni energetiche potenzialmente rilevabili dal nemico, e quindi con un limitato raggio d’azione.

Mod. Scansione: copre un più ampio raggio inviando attivamente impulsi in ogni direzione, consentendo di sondare l’ambiente circostante.

Mod. Ricerca: ricerca estesa e indirizzata verso un ristretto arco di tiro.

Mod. Focalizzazione: ricerca specifica su un determinato punto od oggetto.

Il sistema può tracciare fino a 1000 oggetti in movimento a velocità subspaziale, acquisire fino a 20 possibili obiettivi, selezionare il migliore o individuare e colpire quello prescelto da pilota. Può essere predisposto a ricercare e identificare sino a 120 tracce-sensori specifiche, solitamente le tracce e i codici trasponder di astronavi conosciute, comprese le principali della Flotta Imperiale.

ANTENNA RADIO SUBSPAZIALE. Costituita da 10 Km. di cavo superconduttore ultrasottile strettamente avvolto su un’anima a forma di "U", l’antenna radio è raffreddata da sfiatatoi termici. Un liquido refrigerante ausiliario entra in circolo in caso di trasmissioni prolungate.

COMPUTER DI VOLO. Un computer Torplex controlla tutti i sistemi di potenza, l’erogazione del motore e i meccanismi di volo, mentre un modulo diagnostico integrato controlla e verifica regolarmente l’apparato informatico, riferendo al pilota ogni minimo problema.

DISPLAY OLOGRAFICO A TESTA ALTA. Sopra la console della strumentazione, una proiezione olografica comunica al pilota le informazioni di volo e sull’armamento. Gli ologrammi sono trasparenti per consentire la massima interazione fra proiezione e visuale esterna diretta, senza intralcio per quest'ultima.

TETTUCCIO. In acciaio trasparente corazzato, il tettuccio è fotocromatico e si oscura automaticamente adattandosi alle condizioni di luce. La parte anteriore si solleva per l’accesso all’abitacolo.

SCHERMO DEL COMPUTER DI MIRA. Il mirino olovisivo si attiva utilizzando il computer di mira e fornisce al pilota i più precisi dati di tiro.

X abitacolo.jpg (16636 byte)

SISTEMA DI SOSTENTAMENTO VITALE. Dotato di piccoli compressori, di depuratore di ossigeno e di termoregolazione, il sistema di sostentamento ricrea un ambiente sicuro e confortevole all’interno dell’abitacolo, necessario ai lunghi tempi di autonomia del caccia. Costruito per esseri umani, il sistema può essere adattato anche a diverse specie aliene.

X droide.jpg (14575 byte)

DROIDE ASTROMECCANICO. Alloggiato nell’apposito pozzetto dietro l’abitacolo, il droide collabora con il pilota nelle operazioni di volo, controlla i sistemi di manutenzione e di sostentamento vitale, interagisce con i computer di bordo e può effettuare eventuali riparazioni in volo. Molti modelli possono svolgere funzioni di pilota automatico e assistere piloti inabilitati a manovrare. Il droide astromeccanico serba in memoria il piano di volo delle rotte interstellari ed elabora i complessi dati necessari all’astronavigazione, indispensabili per effettuare il balzo nell’iperspazio. L’alloggiamento del droide possiede un meccanismo di espulsione analogo a quello del pilota, con il quale è sincronizzato.

GENERATORE DI ENERGIA. Un reattore a fusione e ionizzazione di vapori centrifughi genera l’energia necessaria per tutti sistemi di bordo, integrando l’erogazione energetica dei motori. In caso di celle di energia scariche, il generatore può fornire energia ai motori, anche se ciò ne riduce enormemente le prestazioni.

GENERATORE DI SCUDI DEFLETTORI. Le matrici degli scudi, che alimentano i proiettori dei deflettori posti sulla fusoliera, sono generate in questa sezione tramite un processo catalitico.

CONDOTTI DEFLETTORI. Questi condotti schermati fungono da tramite fra il generatore degli scudi e i proiettori degli stessi deflettori, dislocati sulla fusoliera.

SERVOATTUATORI DEGLI ALETTONI. Potenti doppi servoattuatori controllano i movimenti degli alettoni, o ali, mentre dei ganci saldati a freddo li bloccano in posizione. Un pannello posizionato sul retro della fusoliera consente l’accesso all’intero meccanismo.

SENSORE POSTERIORE. Un piccolo sensore Fabritech K-blakan mantiene sotto controllo l’arco posteriore del caccia, vigilando sugli oggetti in avvicinamento o sull’attività di sensori nemici.

CELLE DI ENERGIA PRINCIPALI. Sono le celle criogeniche che accumulano l’enorme quantità energia necessaria all’alimentazione dei motori.

PRESA DI RICARICA. Tutte le celle d’energia del caccia vengono ricaricate attraverso questa presa superconduttiva dotata di filtro ed interruttore, necessari a protezione da possibili fluttuazioni d’energia e sovraccarichi di potenza.

COMPARTO DI CARICO. Il comparto ha una capacità di due metri cubi per circa 110 Kg. di peso, un ampio portello sotto la fusoliera consente le operazioni di carico, mentre il pilota può accedere direttamente al comparto abbassando lo schienale del seggiolino eiettabile. Spesso vi sono imbarcati equipaggiamenti di sopravvivenza e riparazione.

COMPENSATORE DI ACCELERAZIONE. Il compensatore crea un campo gravitazionale nullo a protezione del caccia stesso e del pilota, neutralizzando gli effetti causati dalle manovre a velocità elevate.

SEGGIOLINO EIETTABILE. In caso di emergenza il pilota può lanciarsi fuori dal caccia tirando un anello posto in cabina sopra la sua testa. In una frazione di secondo alcune micro-cariche esplosive fanno saltare via il tettuccio, ed il Sedile Eiettabile Guidenhauser viene espulso dallo scafo tramite razzi. Poiché raramente i piloti utilizzano delle tute spaziali, l’utilizzo del seggiolino si limita generalmente al volo in atmosfera respirabile. La percentuale di salvataggi tramite espulsione in ambiente atmosferico è comunque buona anche a quote altissime, il sedile è munito di una limitata scorta di ossigeno, ha un paracadute e può proteggere il pilota nella caduta avvolgendolo in un rivestimento ceramico protettivo.

LANCIASILURI PROTONICI. Il pilota può impiegare i due lanciasiluri sia singolarmente che in contemporanea, ognuno dei due tubi di lancio preleva le munizioni da un caricatore che può contenere sino a tre siluri.

PATTINO D’ATTERRAGGIO. Progettati per sostenere le intense sollecitazioni meccaniche causate da atterraggi e decolli su ogni tipo di suolo, i carrelli hanno montanti di sostegno predisposti ad assorbire l’impatto di eventuali atterraggi di fortuna.

GENERATORE DI DISTURBO ELETTRONICO. Tra le varie versioni montate sui caccia Ala-X, il modello più diffuso è lo "Screamer" della Bertriak, che pur non avendo sufficiente potenza per disturbare i sistemi sensori militari più sofisticati può in certi casi trovare efficacia contro i missili a ricerca, e interferire con più limitati sensori, come quelli della maggior parte dei caccia TIE.

CAVI DI ALIMENTAZIONE DEI LASER. Questi cavi schermati portano l’energia dai convertitori di potenza dei motori a ogni cannone laser. Sono situati sul bordo posteriore degli alettoni, in modo da consentirne facilmente il controllo e la manutenzione.

ACCOPPIATORI DI POTENZA. I grandi accoppiatori permettono alle celle energetiche di ripartire e bilanciare l’erogazione e le riserve di energia.

CELLE DI ENERGIA AUSILIARIE. Simili in progetto alle celle principali, i condensatori criogenici situati negli alettoni accumulano ulteriore energia per l’alimentazione dei motori.

ATTUATORI LASER. Un singolo cristallo prismatico a spirale quadrata, posto internamente ad ogni cannone, genera il raggio laser. La strutta del cristallo si deteriora leggermente ad ogni apertura di fuoco, ma la sua resistenza si valuta sull’ordine dei 45.000 colpi.

CANNONI LASER. Quattro cannoni laser Taim & Bak KX9, ciascuno dei quali montato all’estremità degli alettoni, costituiscono l’armamento primario del caccia. Il pilota può utilizzare i quattro laser contemporaneamente per sfruttarne il massimo effetto, oppure in sequenza per un fuoco di sbarramento pressocchè ininterrotto.

CANNA LASER. Costituita in leghe resistenti, la canna focalizza e canalizza l’energia sulla punta del cannone laser. Sebbene canne più corte meglio mantengano l’allineamento, gli Ala-X montano canne piuttosto lunghe per meglio sfruttare l’efficacia del raggio.

SUPPORTO DI ALLINEAMENTO. Tale supporto permette al personale tecnico un più rapido intervento sulle punte laser e sui soppressori di riflesso, mantenendone il perfetto allineamento con la canna.

PUNTA LASER. La punta in lega polarizzata è il componente del cannone che emette effettivamente la raffica laser. Le punte si deteriorano ad ogni colpo e devono quindi essere frequentemente sostituite.

SOPPRESSORE DI RIFLESSO. Le punte dei laser danneggiate o sporche di carbonio possono causare pericolosi riflessi del raggio, compito dei soppressori è quindi di deflettere qualunque riflesso di energia lontano dalla canna e dallo scafo. Particolari eccessi possono sovraccaricare i soppressori, in tal caso finendo sovente col distruggere lo stesso cannone laser o l’estremità dell’alettone.

MANICOTTO DI RAFFREDDAMENTO. Dissipa rapidamente l’eccesso di calore conseguente a ogni colpo laser sparato.

PROIETTORE DI SCUDI DEFLETTORI. Una serie di proiettori Chepat "Defender" situati lungo l’estremità di ogni ala genera i potenti scudi deflettori.

PRESA COMPUTER ESTERNO. Attraverso questa presa, qualsiasi computer esterno può caricare dati di navigazione e informazioni sulla missione nel computer di volo e nel droide astromeccanico. Il personale tecnico può altresì collegarvisi per eseguire test di controllo sui sistemi interni del caccia.

X-WING MOTORE 465 PIXEL.jpg (47568 byte)

COMPONENTI DEL PROPULSORE A FUSIONE INCOM 4L4

VENTOLE DI RAFREDDAMENTO. Tali ventole microporose raffreddano i gas compressi che servono a dissipare il calore nei componenti del motore.

ESTRATTORE CENTRIFUGO DI DETRITI. Un cono deflettore ad alto regime di giri e speciali "palette" antiparticelle impediscono ai detriti di entrare nel comparto motore. Ovviamente anch’essi trovano la loro massima utilità durante il volo atmosferico.

STABILIZZATORE. L’energia immessa nel motore viene regolata da uno stabilizzatore laterale a inversione di fase, prodotto dalla Incom.

CONVERTITORE DI ENERGIA. Un convertitore a combustione progressiva accende e alimenta il motore con l’energia delle celle principali. Tutti e quattro i convertitori del caccia forniscono alimentazione in parallelo a sistemi interni, scudi deflettori e motivatori d’iperguida.

AMMORTIZZATORE DI DEIEZIONE. Un cono interno ad assorbimento servo-controllato si occupa di equilibrare l’eccessiva emissione di particelle ioniche.

CAMERA DI FISSIONE. Catalizzatori estremamente volatili reagiscono tramite fissione con il convertitore, producendo una potente spinta vettoriale: la fonte dell’elevata velocità spaziale del motore.

TURBOVENTOLA. Azionata dai roventi gas di scarico, la ventola fa girare le eliche del turbogeneratore a basse velocità. Quando l’assorbimento di energia è limitato o il motore resta sui valori minimi, le ventole si bloccano in posizione.

TURBOGENERATORE. Azionato dalla turboventola, il generatore si mantiene attivo quando il motore raggiunge alte velocità. Fornisce energia a tutto l’impianto motore, permettendogli un’autonomia di funzionamento.

CONDOTTO DI SCARICO. Questo condotto a geometria variabile regola la spinta del motore in modo da ottimizzarne le prestazioni. Soppressori dei gas infrarossi contribuiscono a nascondere l’irradiazione dei gas di scarico al rilevamento dei sensori.

ADATTATORE DEI MOTORI A REPULSIONE. Azionato in volo atmosferico dal turbogeneratore, l’AMR della Incom consente ai motori a repulsione prestazioni paragonabili ai migliori modelli di airspeeder (i velivoli adoperati dall’Alleanza Ribelle sulle nevi di Hoth utilizzavano ad esempio tale sistema di propulsione).

INIETTORE DELL’AGITATORE DEL REAGENTE. Dopo avere iniettato il catalizzatore della fissione nel convertitore, il Sarylcorp IAR "a ciclo chiuso" ne recupera i sottoprodotti che vengono quindi "agitati", ovvero termochimicamente riconvertiti nel catalizzatore.

PRESA DI ENERGIA ESTERNA. Mediante questa presa d’energia standard, il caccia può prelevare energia da una sorgente esterna, solitamente un generatore portatile, per compiere partenze improvvise o per mantenere in carica le celle di energia durante prolungati stati di allerta.

VALVOLA DI SCARICO DI SOVRACCARICO D’ENERGIA. Tale dispositivo di sicurezza scarica quasi istantaneamente sovraccarichi di energia, sottoprodotti di fissione e gas refrigeranti dal comparto motore. La valvola è collegata a un sistema estintore a carbonio/halon 5k c3, in grado di spegnere il motore in caso d’emergenza.

MOTIVATORE DI IPERGUIDA. Denominato anche UCI, Unità di Controllo Iperspaziale, il motivatore Incom MKI GBk-585 permette di compiere i balzi nell’iperspazio. Situati su ciascun motore, i motivatori sono collegati da un doppio circuito schermato che ne consente l’attivazione simultanea.